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Dove mangiare a Trieste: “Snack bar Artisti”.
Se un po’ di curiosità conduce i passi in itinerari non molto esplorati ci può essere l’occasione per imbattersi in scoperte di molta soddisfazione. Deviazioni che possono essere funzionali al sapere dove andare a mangiare a Trieste.
Via degli Artisti.
Dietro al banco tre generazioni tutte al femminile.
Qui non si nega mai una minestra ed è ogni giorno diversa.
Nero Acquaketa ti racconta.
Polpette, verdure, primi e secondi piatti… Venerdì pesce.
La cuoca Erica.
Ma è venerdì e qui di venerdì non manca mai il brodo.
Odio il brodo.
Via degli Artisti.
Via degli Artisti era luogo noto ai triestini per il teatro Filodrammatico del quale rimane ormai solo una epigrafe sul portone del palazzo completamente restaurato. Il teatro inizia la sua vita come teatro delle marionette per poi concludendo la ricca e lunga storia approdando in anteprima nazionale alla pornografia.
La via era ancor prima luogo di passaggio. Fonderie (parallela correva la via fonderia ormai scomparsa) artigiani e un “banco metalli” che forniva i tondini in oro garantiti che inviati a Vienna venivano coniati poi con le effige di Maria Teresa prima e poi Francesco Giuseppe. Storia vecchia ma oggi oltre all’atelier della Bora presso il laboratorio orafo Stagni da non mancare di visitare il “Bar artisti”.
Dietro al banco tre generazioni tutte al femminile.
Dietro al banco tre generazioni tutte al femminile: la signora Graziella, la figlia Antonella, la nipote Sofia. Non è solo un bar assolutamente più di un snack bar ma riferimento della strada che è un piccolo paese nella città. Offre pranzi rapidi, casalinghi e genuini a costi decisamente ridotti.
Qui non si nega mai una minestra ed è ogni giorno diversa.
Un posto dove un sorriso e l’accoglienza sono di casa e all’avventore non si nega mai una minestra diversa ogni giorno.
Nero Acquaketa ti racconta.
Ho scoperto il posto in una giornata invernale e ventosa. La bora scendeva impetuosa e di slancio dal colle di San Giusto giù per via “Salita del Monte”, una delle erte più interessanti ed inclinate di Trieste e incanalata invadeva rabbiosa via degli Artisti ignorando piazzetta Benco.
Una raffica mi bloccò letteralmente davanti alla porta del locale la mano sulla maniglia a trattenermi inclinato in attesa del rallentamento della raffica che aveva fatto strage
dei motorini. Presi al volo l’occasione ed entrai, tanto dovevo ancora pranzare.
Il locale è lungo e stretto. I piccoli tavolini, per due, massimo tre persone sono collocati lungo la parete e dall’altra parte il bancone con la vetrina delle cibarie in bella mostra.
Polpette, verdure, primi e secondi piatti… Venerdì pesce.
Qui è un posto dove andare a mangiare a Trieste con un buon profumo di cibo: polpette tradizionali, piatti di verdure, primi piatti sfiziosi, secondi piatti. Cosa del tutto particolare da segnalare è la onnipresente pentola di minestra ogni giorno diversa nella ricetta: legumi, ceci, minestra di fagioli (indimenticabile)…
La cucina inizia a sfornare le portate giornalmente verso le 12/12,30.
Era venerdì quindi le signore proponevano come si usava a casa, il pesce.
Da non mancare il loro fritto con i moli e le triglie ambedue molto tradizionali. Si può trovare anche il branzino arrosto, l’orata… Ciò che al mattino trovano di fresco nella pescheria di riferimento.
La cuoca Erica.
A cucinare é la quarta donna dell’equipe la cuoca Erica che nella minuscola cucina riesce a produrre ogni giorno un bel numero di portate. Pasticci di melanzane, una o più paste con sughi stagionali diversi. Molti triestini ricordano che con Erica si mangiava bene da “Mario” in “Sacchetta” ormai sostituito da una pizzeria. I suoi sardoni “panai” qui ritrovati, erano insuperabili. Non è detto che si trovino sempre le nostre alici, passate nella farina, uovo e pane grattugiato, perché, con molta onestà le padrone di casa non se la sentono di usare i prodotti industriali surgelati come fossero i nostri “Sardoni Barcolani”. Cosa che orma è uso abituale a Trieste visto il poco, raro e caro pescato e l’enorme richiesta. Provate a chiedere a Livio pescivendolo straordinario alla “Barcaccia” da EATALY.
Ma è venerdì e qui di venerdì non manca mai il brodo.
Ma è venerdì e qui di venerdì non manca mai il brodo! Nella ristorazione un buon brodo difficile trovarlo ed io viaggiatore appesantito amo ritornare quando posso qui anche per questo.
Adesso sai dove andare a mangiare a Trieste. Ricorda solo che lo snack bar Artisti chiude alle 18 e al sabato.
Odio il brodo.
Ma c’è anche chi “Odia il brodo” e a Trieste c’è ne uno che lo dice chiaramente: Andrea chef.
Via degli Artisti.
Dietro al banco tre generazioni tutte al femminile.
Qui non si nega mai una minestra ed è ogni giorno diversa.
Nero Acquaketa ti racconta.
Polpette, verdure, primi e secondi piatti… Venerdì pesce.
La cuoca Erica.
Odio il brodo.
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